Commento CCC a YouCat Domanda n. 517 + Venerdì 4ª sett. di Quaresima
YOUCAT Domanda n. 517 - Parte II. Come ci cambia il Padre Nostro?
(Risposta Youcat – ripetizione) Il Padre Nostro ci fa
scoprire con gioia piena che siamo figli di un unico Padre; la nostra comune
vocazione è quella di lodarlo e di vivere insieme come «un cuor solo e un'anima
sola» (At 4, 32).
Riflessione e
approfondimenti
(Commento CCC) (CCC 2789 Pregando il Padre “nostro” ci rivolgiamo
personalmente al Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Non dividiamo la
divinità, poiché il Padre ne è “la sorgente e l'origine”, ma confessiamo in tal
modo che il Figlio è eternamente generato da lui e che da lui procede lo
Spirito Santo. Non confondiamo neppure le Persone, perché confessiamo che la
nostra comunione è con il Padre e il Figlio suo, Gesù Cristo, nel loro unico
Santo Spirito. La Santissima Trinità
è consustanziale e indivisibile. Quando preghiamo il Padre, Lo adoriamo e Lo
glorifichiamo con il Figlio e lo Spirito Santo.
Per meditare
(Commento
Youcat) Poiché
Dio Padre ama ciascuno dei suoi figli con un amore esclusivo, come se fossimo
l'unica creatura che riceve la sua condiscendenza, dobbiamo comportarci l'uno
con l'altro in modo completamente nuovo: pieni di pace, di rispetto e di amore,
in modo che ciascuno possa essere il miracolo meraviglioso che effettivamente è
agli occhi di Dio.
(Commento CCC) (CCC 2801) Dicendo Padre “nostro” noi invochiamo la Nuova
Alleanza in Gesù Cristo, la comunione con la Santissima Trinità e l'amore
divino che, attraverso la Chiesa, abbraccia il mondo intero.
(Continua la domanda: Come ci cambia il Padre Nostro?)
Venerdì
Il Libro della
Sapienza ricorda che, da sempre, la vita dei giusti è un continuo
rimprovero per gli empi i malvagi, che vogliono eliminarli. Ciò spiega
l’accanimento col quale i nemici del Figlio di Dio, Gesù, il giusto per eccellenza, lo
avversarono fino a farlo condannare a una passione e morte ingiuste e
ignominiose.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Sap 2, 1.12-22: 1Dicono [gli empi] fra loro sragionando: 12 “Tendiamo insidie al giusto, che per noi è d'incomodo e si oppone alle
nostre azioni; ci rimprovera le colpe contro la legge e ci rinfaccia le
trasgressioni contro l'educazione ricevuta.13Proclama di possedere
la conoscenza di Dio e chiama se stesso figlio del Signore. 14È
diventato per noi una condanna dei nostri pensieri; ci è insopportabile solo al
vederlo, 15perché la sua vita non è come quella degli altri, e del
tutto diverse sono le sue strade. 16Siamo stati considerati da lui
moneta falsa, e si tiene lontano dalle nostre vie come da cose impure. Proclama
beata la sorte finale dei giusti e si vanta di avere Dio per padre. 17Vediamo
se le sue parole sono vere, consideriamo ciò che gli accadrà alla fine. 18Se
infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle
mani dei suoi avversari. 19Mettiamolo alla prova con violenze e
tormenti, per conoscere la sua mitezza e saggiare il suo spirito di
sopportazione. 20Condanniamolo a una morte infamante, perché,
secondo le sue parole, il soccorso gli verrà". 21Hanno pensato
così, ma si sono sbagliati; la loro malizia li ha accecati. 22Non
conoscono i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa per la
rettitudine né credono a un premio per una vita irreprensibile.
Gv 7, 1-2.10. 25-30:
In quel tempo, 1Gesù se ne andava per la
Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano
di ucciderlo. 2Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella
delle Capanne. 10Ma quando i suoi fratelli salirono per la
festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. 25Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: "Non è
costui quello che cercano di uccidere? 26Ecco, egli parla
liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto
davvero che egli è il Cristo? 27Ma costui sappiamo di dov'è; il
Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia". 28Gesù
allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: "Certo, voi mi conoscete e
sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato
è veritiero, e voi non lo conoscete. 29Io lo conosco, perché vengo
da lui ed egli mi ha mandato". 30Cercavano allora di
arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora
giunta la sua ora.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Già nell’Antico Testamento, il Libro della Sapienza descrisse il pensiero degli empi e dei
malvagi, che insidiano i giusti in ogni modo, perché la loro sola presenza ne
biasima i pensieri e le azioni perverse e ne rimprovera le colpe e trasgressioni della legge di Dio. Per loro, quindi
vedere un giusto è insopportabile.
Queste parole del Libro della Sapienza anticipano in modo
profetico i motivi di livore, invidia, gelosia e odio che scribi, farisei,
maestri della Legge e sommi sacerdoti, accecati
dalla loro malizia, nutriranno contro Gesù. Per questo non conoscono i misteri di Dio.
Il
giusto, stando lontano dalle loro vie
impure e camminando per strade diverse li fa sentire come moneta falsa. Le
espressioni della Sapienza sono
profetiche per Gesù, il giusto perfetto, che proclama beata la sorte finale dei
giusti, si vanta di avere Dio per padre e si dichiara Figlio di Dio.
Per questo
gli empi lo provano con violenze e tormenti e lo condannano a una morte
infamante, per vedere se Dio verrà in suo aiuto a liberarlo.
Il Vangelo
conferma le affermazioni profetiche della Sapienza.
Gesù sta in Galilea e non più in Giudea, perché i
Giudei cercano di ucciderlo. Però, va a Gerusalemme per la Festa delle Capanne e nel Tempio insegna pubblicamente e
solennemente che non è venuto da se stesso, ma è stato mandato da Colui
che è veritiero e che loro non conoscono per la durezza del loro cuore e perché
rifiutano la luce.
Di qui la sua solenne affermazione: “Voi non lo conoscete, io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha
mandato”.
Sentendo queste
parole, tutti capiscono che dichiara di avere
Dio per Padre e di essere il Figlio di Dio. I suoi avversari allora cercano di arrestarlo per ucciderlo,
ma nessuno riesce a mettere le mani su di lui, perché la sua ora non è ancora
giunta.
Riflessione
Che cosa insegna il Libro
della Sapienza sul pensiero e le azioni degli empi contro i giusti?
In quale modo le parole del Libro della Sapienza sono profetiche nei confronti di Gesù?
Perché gli avversari di Gesù cercano di arrestarlo per
ucciderlo, ma non vi riescono ancora?
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“Padre santo, che nei
tuoi sacramenti hai posto il rimedio alla nostra debolezza, fa’ che accogliamo
con gioia i frutti della redenzione e li manifestiamo nel rinnovamento della
vita”.