Mercoledì 7ª settimana
Mercoledì 7ª settimana
S. Giacomo completa le affermazioni, meditate ieri, con una
frase ardua. Non basta evitare il male e bisogna impegnarsi a compiere il bene
perché: “Chi dunque
sa fare il bene e non lo fa, commette peccato”. Nel Vangelo, Gesù ci
assicura che chi non è contro di noi è per noi.
Ascoltiamo la Parola di Dio
Gc 4, 13-17: 13Ora [mi rivolgo] a voi, che dite: "Oggi o
domani andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e
guadagni", 14mentre non sapete quale sarà domani la vostra
vita! Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare. 15Dovreste
dire invece: "Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo o quello".
16Ora invece vi vantate nella vostra arroganza; ogni vanto di questo
genere è iniquo. 17Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette
peccato.
Mc 9, 38-40: In
quel tempo, 38Giovanni disse a Gesù: "Maestro, abbiamo visto
uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci
seguiva". 39Ma Gesù disse: "Non glielo impedite, perché
non c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male
di me: 40chi non è contro di noi è per noi.
Meditiamo con lo Spirito Santo
Nella prima lettura di ieri S. Giacomo ci ha fatto meditare
sulla necessità di purificare le nostre mani, riconoscere
la nostra miseria e santificare i nostri cuori, ossia pentirci dei nostri
peccati, per poter avvicinare Dio e perché egli si avvicini a noi.
Oggi la prima
lettura completa le precedenti affermazioni, con una frase egualmente
impegnativa. Non basta soltanto evitare il male, ma bisogna impegnarsi
assiduamente nel compiere il bene, perché “chiunque sa fare il bene e non lo fa,
commette peccato”.
Questo “fare il
bene” ha diversi aspetti. S. Giacomo oggi lo riferisce ai nostri progetti
quotidiani del tipo: “oggi o domani
andremo nella tal città e vi passeremo un anno e faremo affari e guadagni”.
Questo pensiero è un vanto iniquo ed esprime un’arroganza cattiva. Nessuno,
infatti, sa che cosa accadrà l’indomani. Chi pensa così è come un vapore che
appare un istante e scompare.
Il modo giusto e onesto di pensare è: “Se il Signore vorrà, vivremo e faremo questo
o quello”. Chi sa ciò e non lo fa commette peccato. Dobbiamo vivere
distaccati, infatti, nella piena fiducia e confidenza in Dio, perché tutta la
nostra vita si svolge nella condizione: “se
il Signore vorrà”.
Il Vangelo ci mostra la larghezza d’animo di Gesù e come
egli cerchi d’instaurarla anche nei suoi discepoli. Essi hanno visto uno che
scacciava i demoni nel suo nome e volevano impedirglielo, perché non era
del loro gruppo. Il Signore, invece, dà loro un grande insegnamento, valido per
tutti i tempi.
Innanzi tutto invita a non impedire
di fare il bene e ne da’ la ragione: “non
c'è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di
me”.
Aggiunge, poi, un principio importante in ogni tempo per la vita dei
suoi seguaci e per l’atteggiamento della Chiesa: “chi non è contro di noi è per noi”. La comunità dei discepoli di
Gesù, infatti, non è un piccolo gruppo chiuso e geloso dei propri privilegi, ma
una comunione universale aperta a tutti.
Chiunque agisce bene e compie opere
buone deve essere apprezzato e stimato. È veramente cattolico, ossia universale
ed ecumenico, ogni atteggiamento aperto ai valori positivi delle varie società,
culture e religioni.
Riflessione
Basta soltanto non fare il male o è necessario anche fare il
bene?
Qual è l’atteggiamento giusto: “faremo” o: “se il Signore vorrà, faremo?”
Che cosa c’insegna Gesù dicendo: “chi non è contro di noi è per noi?”
Preghiamo con la Liturgia e la Chiesa
“Il tuo
aiuto, Padre misericordioso, ci renda sempre attenti alla voce dello Spirito,
perché possiamo conoscere ciò che è conforme alla tua volontà e attuarlo nelle
parole e nelle opere”.